CORNO
GRANDE
2912
Gran
Sasso
Indicazioni geografiche e stradali
Il massiccio del Gran Sasso d’Italia, il più alto in
assoluto dell’Italia peninsulare, occupa la zona centro/settentrionale dell’Appennino
e della Regione abruzzese. Segna il confine tra le provincie dell’Aquila e di
Teramo. La sua maggiore vetta è quella del Corno Grande con 2912 m. d’altezza.
In auto
Si prende l’autostrada A24 Roma-L’Aquila-Teramo e si esce
ad Assergi, distante solo un chilometro dal lungo traforo del Gran Sasso.
Seguendo le indicazioni per Campo Imperatore dopo 25 km si arriva al piazzale
da dove ha inizio l’escursione. Affiancato da due alberghi, un ristorante/bar, l’Osservatorio
astronomico e il Giardino botanico, è questo il punto d’arrivo della cabinovia
che da Fonte Cerreto (2 km dopo l’uscita di Assergi) trasporta i turisti che
non vogliono salire in macchina o che in inverno vengono a sciare.
Da Sora per Campo Imperatore sono 135 km.
Località di partenza
Campo
Imperatore
Altezze
tempi dalla partenza
m. 2130 partenza
m. 2335 Sella di Monte Aquila
h 0,40
m. 2506 Sella del Brecciaro h 1,25
m. 2615 Conca degli Invalidi h 1,45
m. 2912 vetta del Corno Grande h 2,50
m. 2130 ritorno h 2,15
Percorso
Si inizia l’escursione partendo dal piazzale e passando
sulla sinistra del Giardino botanico e dell’Osservatorio astronomico. Pochi
minuti più avanti, ad un bivio, si prende il sentiero di destra e in leggera
salita si sale in diagonale fin sotto la Sella di Monte Aquila.
Per raggiungere il passo è necessario salire, ora abbastanza
ripidamente, un ultimo tratto formato da tanti tornantini.
Giunti sulla sella ci si affaccia sul magnifico pianoro di
Campo Pericoli che si sviluppa in tutta la sua lunghezza ai piedi del Corno
Grande. Lo si deve attraversare per intero con sentiero molto semplice, per
molti tratti pianeggiante e costantemente circondato da verdissimi prati di
alta quota.
Arrivati in fondo, il percorso ricomincia a salire
gradualmente. Dopo un po’ la pendenza si accentua ed a causa del terreno molto
ghiaioso le difficoltà aumentano.
Finita la ripida salita si arriva sulla
Sella del Brecciaro. Da qui si comincia ad aggirare la montagna e dal versante
Aquilano si passa a quello Teramano. Si continua a salire abbastanza
decisamente ma senza eccessive difficoltà. Quando il terreno rimpiana si è
sopra la Conca degli Invalidi sovrastata dall’impressionante, rocciosa e quasi
verticale parete nord della vetta.
A questo punto si lascia la via Normale e si sale sulla
destra per prendere la Cresta Ovest e cavalcarla fino alla meta finale
(continuando diritti per la via Normale il percorso è più semplice ma meno
panoramico e meno spettacolare). Cresta Ovest rappresenta la sezione più
emozionante, affascinante ed indimenticabile dell’intera escursione.
Il percorso, totalmente in cresta o appena sotto di essa, appare
completamente esposto sui due versanti: il versante aquilano a strapiombo sulla
valle di Campo Pericoli,
il versante teramano ripidissimo sui sottostanti canaloni.
E’ fondamentale salire, per lunghi tratti aiutandosi con le
mani, seguendo i numerosissimi “bolli” bianco/rossi: sono segnali circolari (del
diametro di circa 15 cm) posti tra loro a breve distanza, e comunque collocati sempre
a vista l’un l’altro con quello che segue. Un sistema molto intelligente che
facilita la salita perché in ogni momento indica la via maestra ed evita di
ritrovarsi in situazioni spiacevoli.
Questo percorso è molto impegnativo e duro ma se affrontato
con grande attenzione e la giusta cautela permette di rimanere sempre in totale
e completa sicurezza; non a caso non è raro incrociare anche famiglie con figli
piccoli al seguito (in questo caso bisogna però dire che si tratta più di
esperti escursionisti nordici o stranieri maggiormente avvezzi a questo genere
di ambienti e di escursioni).
Prima di arrivare in vetta, in corrispondenza della Cresta
Nord, ci si ricollega con la via Normale e si costeggia l’enorme ghiacciaio del
Calderone.
La conquista della vetta dà emozioni e sensazioni interiori
impossibili da descrivere.
Note aggiuntive
Al ritorno si può scendere per la Cresta Nord; si evitano
così le difficolta incontrate sulla Cresta Ovest, si scende in maniera più
tranquilla, si costeggia il ghiacciaio del Calderone e si percorre un nuovo e
diverso sentiero.
Ci si ricollega con il percorso d’andata in prossimità della
Conca degli Invalidi.
Allo stato attuale quello del Calderone è il solo ghiacciaio
dell’intero Appennino che può essere definito perenne in quanto i suoi ghiacci
sono gli unici che non si sciolgono completamente durante i mesi estivi.
Inoltre va aggiunto che il Corno Grande è composto da varie
cime: Vetta Occidentale m. 2912, Vetta Orientale m. 2903, Vetta Centrale m.
2893 e Torrione Cambi m. 2875.
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