CIMARONE
DEL VILLANETO
1312
Gruppo
Cairo
Indicazioni geografiche e stradali
La
vetta, nel basso Lazio, è situata in provincia di Frosinone.
Si deve raggiungere il comune di Roccasecca,
paese del frusinate attraversato dalla Strada Regionale 6 Casilina.
In auto
Percorrendo
la S.R.6 Casilina, all’altezza del km 121,450, si giunge all’incrocio (con
semaforo) e si prosegue in direzione Roccasecca-Colle San Magno. Arrivati a
Roccasecca centro (km 4,5), si attraversa la lunga piazza centrale; al termine
di essa, sulla sinistra, vi è il bivio per Colle San Magno.
Raggiunto
quest’ultimo paese (altri 5 km ),
rimanendo sempre sulla strada principale, lo si supera e ci si dirige verso i
retrostanti monti. All’altezza del cimitero si mantiene la strada di sinistra; si
percorrono altri 800 metri e si arriva in un piccolo slargo, con al centro una
fontana e un abbeveratoio, dove si può parcheggiare.
Località di partenza
Scannole - comune di Colle San Magno
Altezze
tempi
dalla partenza
m. 0615 partenza
m.
0794 vecchia Cava di asfalto h 0,25
m.
0970 largario del Monticello h
0,50
m. 1130 fine bosco
h 1,05
m. 1312 Vetta h 1,35
m. 0650 discesa
h 1,00
Percorso
Si premette che l'intero tracciato è indicato dai classici segnavia bianco/rossi e nei punti chiave da appositi segnali.
Partendo
dal parcheggio adiacente il fontanile si continua a piedi sulla strada
asfaltata per altri cinquanta metri ed in corrispondenza di una stradina
cementata che sale verso sinistra (molto evidente e con segnale indicante le
vette) si svolta.
Centocinquanta
metri più su si incrocia la strada brecciata per la ex cava. Si deve quindi percorre
tutta la carrabile brecciata (discretamente larga) che conduce alle vecchie
miniere d’asfalto i cui giacimenti furono sfruttati fino alla Seconda Guerra
Mondiale. Questo tratto iniziale copre una distanza di circa 1400 metri. La
strada termina in un piazzale antistante le ultime rimanenti, antiche e
fatiscenti strutture che precedevano il complesso estrattivo.
Dal
piazzale della vecchia Cava, proseguendo per la stessa direzione della strada
fin qui praticata, si imbocca il sentiero
che
sale in diagonale e in leggera salita. Dopo 5/6 minuti si incontra il sentiero
sulla sinistra che porta verso il Cimarone (indicato da segnali); continuando invece
per il sentiero principale si entrerebbe in Val Vatriglia in direzione di Monte
Obachelle.
Da questo momento, salendo in maniera ben più
decisa, il percorso diventa un susseguirsi di piccoli tornantini immerso nel
bosco di lecci. A quota 970, dove il terreno rimpiana, si raggiunge una
gradevole radura (Il Monticello); da qui si può ammirare il sottostante panorama e si può osservare la cima del Cimarone.
Superato questo spazio aperto si procede ancora
sul sentiero che, divenuto meno ripido, piega verso sinistra fino a raggiungere
il canalone che scende dal Cimarone (e da cui prende il nome). Oltre il fossato
la traccia riprende a salire. Al termine del bosco, poco più sopra, il sentiero
si divide ancora: verso destra si va verso il Cimarone, verso sinistra si
raggiunge Monte Murro Marro (anche qui è posizionato un segnale segnaletico).
Seguendo l’indicazione per il Cimarone si
percorrono, quasi in orizzontale, 250 metri molto panoramici
fino a riprendere di nuovo il fossato
scavalcato precedentemente. Da qui si risale costeggiando (sul lato sinistro) la
parte alta della vallecola che si presenta con una serie di pratosi
terrazzamenti; ancora più su ci si sposta (seguendo i segnavia su roccia) verso
il lato opposto della vallecola da dove si sale in cresta
e si prosegue agevolmente verso la vetta.
Note aggiuntive
La
vecchia Cava d’asfalto venne aperta a metà Ottocento ed in seguito ad alterne
vicende rimase attiva fino alla Seconda Guerra Mondiale. Tra le due Grandi
Guerre l’impianto venne gestito dalla Bomprini Parodi Delfino di Colleferro che
ne favorì l’ammodernamento realizzando tra l’altro addirittura una teleferica
che la collegava al paese di Castrocielo ove avveniva, prima su gomma e poi su
rotaia presso la vicina stazione di Roccasecca, lo smistamento del prezioso
minerale.. Oggi si notano tra i cespugli solo i pochi ruderi rimasti delle
antiche strutture. Più in alto, nel folto del bosco e in condizioni di scarsa
sicurezza, si possono osservare gli ingressi delle diverse gallerie dove
avveniva l’estrazione dell’asfalto.
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