Catene montuose

venerdì 29 agosto 2014

MONTE ALTINO

MONTE ALTINO
1366
CIMA DEL REDENTORE
1252
Monti Aurunci


Indicazioni geografiche e stradali
La vetta, nel basso Lazio, è situata sul confine tra le provincie di Frosinone e Latina.
Sul versante del frusinate si deve raggiungere il paese di Esperia.


In auto
Dal casello autostradale di Pontecorvo/Castrocielo ci si dirige verso Pontecorvo. Lo si attraversa e, superato il fiume Liri, si segue la direzione per Esperia. La stessa direzione va seguita per chi proviene dalla superstrada Cassino-Formia; arrivando da Cassino e viaggiando verso Formia, circa un chilometro dopo San Giorgio a Liri, si gira a destra.
Arrivati ad Esperia si sale verso il centro storico, lo si attraversa e si esce da un arco sul lato opposto da dove inizia la strada per la Valle Polleca. In alternativa e per accorciare, per chi proviene da Pontecorvo, poco prima di arrivare nel centro abitato di Esperia, in corrispondenza di una curva a gomito, si prende una stradina verso destra con indicazione “Orme dei Dinosauri”. Subito dopo, ad un successivo incrocio, si svolta verso sinistra dove, dopo circa un chilometro, si raggiunge la via Polleca (quella sopra citata proveniente dal centro abitato). Si percorre quest’ultima strada per tutta la vallata. Dopo 9 chilometri esatti dall’aver lasciato la via principale per Esperia (dalla suddetta curva a gomito), si arriva ad un incrocio con stradina proveniente da destra con adiacente largario dove si parcheggia comodamente. Il luogo è facilmente individuabile per la presenza sul posto di un lungo abbeveratoio in cemento e di un grosso tabellone indicante la sentieristica degli Aurunci (tra l’altro c’è l’indicazione per Monte Fragoloso).

Località di partenza
Valle Polleca - comune di Esperia

Altezze                                   tempi dalla partenza
0640  Valle Polleca
0987  Forcella di Fraile                      h 1,00
1085  Valletta di Monte Moleta         h 1,20
1366  Monte Altino                           h 2,10
1252  Cima del Redentore                 h 2,30
0640  ritorno                                      h 2,00
il percorso completo è di oltre 18 chilometri


Percorso
Da qui si prosegue a piedi su via Polleca: prima 1800 metri su strada asfaltata (purtroppo non si può proseguire in auto per la mancanza di piazzole di sosta), poi 500 metri su strada con fondo brecciato (tratto iniziale molto sconnesso e poco adatto al passaggio di veicoli). Percorso questo tratto di strada brecciata si giunge ad un bivio, sulla destra, con l’indicazione per Forcella di Fraile. Si prende quindi questa nuova direzione (tutta ben segnalata con i classici segni bianco/rossi) e la si segue; nel bosco il percorso diventa sentiero per poi proseguire di nuovo su stradina brecciata che taglia, in diagonale e leggera pendenza, la costa della montagna (per l’esattezza di Monte Revole).
Al termine della salita si arriva sul valico denominato Forcella di Fraile ove, d’un tratto, appare sotto di noi lo splendido Golfo di Gaeta.


Qui ci si congiunge con la strada (anch’essa brecciata ma in ottimo stato e abbastanza larga) che sale da Maranola (Formia) e prosegue in salita verso i retrostanti monti. Si prosegue a salire su questa nuova strada per circa 1,2 km. La si lascia in corrispondenza di un parcheggio sul lato sinistro e di una valletta sul lato destro delimitata da una parte da una bassa altura (Monte Molete di m. 1110) e dall’altra dalla ripida parete di Monte Altino.



Attraversata velocemente la valletta, dalle pendici del monte si va su decisi, zigzagando e cercando di prendere la cresta che si affaccia verso il mare per rendere la salita meno dura. Arriviamo ad un’anticima a quota 1324; da questo punto, arrivare in vetta diventa una passeggiata da fare tutta in cresta e con ampia veduta.



Dopo aver goduto del panorama sul Golfo di Gaeta si può scendere, su traccia libera, sulla sottostante Cima del Redentore (m. 1252).




Il Redentore è uno sperone roccioso che costituisce una vera e propria balconata dal Golfo di Gaeta al Golfo di Napoli (in particolari condizioni atmosferiche sono visibili oltre l’Isola d’Ischia, facilmente individuabile, anche l’Isola di Capri e la Penisola Sorrentina.
Al ritorno invece di fare il percorso a ritroso, alquanto scomodo, è consigliabile compiere un anello. In pratica si può prendere la stradina in terra battuta (visibilissima) che dal Redentore risale sul versante di destra di Monte Altino



e che, dopo aver svalicato e compiuto un ampio giro, va a ricollegarsi (in corrispondenza di un’area picnic) con la strada che avevamo precedentemente lasciato e che ci riconduce alla Forcella di Fraile.


Note aggiuntive
La statua del Redentore fu qui collocata nel 1900 in occasione del Giubileo.


Quest’opera fa parte del progetto di Papa Leone XIII che volle la costruzione di venti monumenti da dislocarsi sulle diverse regioni italiane. E nello stesso anno venti mattoni, ognuno proveniente dalla località dove queste statue furono erette,  vennero murati nella Porta Santa della Basilica di San Pietro

mercoledì 27 agosto 2014

CIMARONE DEL VILLANETO


CIMARONE DEL VILLANETO
1312
Gruppo Cairo


Indicazioni geografiche e stradali
La vetta, nel basso Lazio, è situata in provincia di Frosinone.
Si deve raggiungere il comune di Roccasecca, paese del frusinate attraversato dalla Strada Regionale 6 Casilina.


In auto
Percorrendo la S.R.6 Casilina, all’altezza del km 121,450, si giunge all’incrocio (con semaforo) e si prosegue in direzione Roccasecca-Colle San Magno. Arrivati a Roccasecca centro (km 4,5), si attraversa la lunga piazza centrale; al termine di essa, sulla sinistra, vi è il bivio per Colle San Magno.
Raggiunto quest’ultimo paese (altri 5 km), rimanendo sempre sulla strada principale, lo si supera e ci si dirige verso i retrostanti monti. All’altezza del cimitero si mantiene la strada di sinistra; si percorrono altri 800 metri e si arriva in un piccolo slargo, con al centro una fontana e un abbeveratoio, dove si può parcheggiare.


Località di partenza
Scannole - comune di Colle San Magno

Altezze                                    tempi dalla partenza
m. 0615  partenza
m. 0794  vecchia Cava di asfalto   h 0,25
m. 0970  largario del Monticello    h 0,50
m. 1130  fine bosco                        h 1,05
m. 1312  Vetta                                h 1,35
m. 0650  discesa                             h 1,00


Percorso
Si premette che l'intero tracciato è indicato dai classici segnavia bianco/rossi e nei punti chiave da appositi segnali.
Partendo dal parcheggio adiacente il fontanile si continua a piedi sulla strada asfaltata per altri cinquanta metri ed in corrispondenza di una stradina cementata che sale verso sinistra (molto evidente e con segnale indicante le vette) si svolta.


Centocinquanta metri più su si incrocia la strada brecciata per la ex cava. Si deve quindi percorre tutta la carrabile brecciata (discretamente larga) che conduce alle vecchie miniere d’asfalto i cui giacimenti furono sfruttati fino alla Seconda Guerra Mondiale. Questo tratto iniziale copre una distanza di circa 1400 metri. La strada termina in un piazzale antistante le ultime rimanenti, antiche e fatiscenti strutture che precedevano il complesso estrattivo.
Dal piazzale della vecchia Cava, proseguendo per la stessa direzione della strada fin qui praticata, si imbocca il sentiero


che sale in diagonale e in leggera salita. Dopo 5/6 minuti si incontra il sentiero sulla sinistra che porta verso il Cimarone (indicato da segnali); continuando invece per il sentiero principale si entrerebbe in Val Vatriglia in direzione di Monte Obachelle.


Da questo momento, salendo in maniera ben più decisa, il percorso diventa un susseguirsi di piccoli tornantini immerso nel bosco di lecci. A quota 970, dove il terreno rimpiana, si raggiunge una gradevole radura (Il Monticello); da qui si può ammirare il sottostante panorama e si può osservare la cima del Cimarone.


Superato questo spazio aperto si procede ancora sul sentiero che, divenuto meno ripido, piega verso sinistra fino a raggiungere il canalone che scende dal Cimarone (e da cui prende il nome). Oltre il fossato la traccia riprende a salire. Al termine del bosco, poco più sopra, il sentiero si divide ancora: verso destra si va verso il Cimarone, verso sinistra si raggiunge Monte Murro Marro (anche qui è posizionato un segnale segnaletico).


Seguendo l’indicazione per il Cimarone si percorrono, quasi in orizzontale, 250 metri molto panoramici


fino a riprendere di nuovo il fossato scavalcato precedentemente. Da qui si risale costeggiando (sul lato sinistro) la parte alta della vallecola che si presenta con una serie di pratosi terrazzamenti; ancora più su ci si sposta (seguendo i segnavia su roccia) verso il lato opposto della vallecola da dove si sale in cresta


e si prosegue agevolmente verso la vetta.



Note aggiuntive
La vecchia Cava d’asfalto venne aperta a metà Ottocento ed in seguito ad alterne vicende rimase attiva fino alla Seconda Guerra Mondiale. Tra le due Grandi Guerre l’impianto venne gestito dalla Bomprini Parodi Delfino di Colleferro che ne favorì l’ammodernamento realizzando tra l’altro addirittura una teleferica che la collegava al paese di Castrocielo ove avveniva, prima su gomma e poi su rotaia presso la vicina stazione di Roccasecca, lo smistamento del prezioso minerale.. Oggi si notano tra i cespugli solo i pochi ruderi rimasti delle antiche strutture. Più in alto, nel folto del bosco e in condizioni di scarsa sicurezza, si possono osservare gli ingressi delle diverse gallerie dove avveniva l’estrazione dell’asfalto.

venerdì 22 agosto 2014

MONTE CALVO

MONTE CALVO
1041
Monti Ausoni


Indicazioni geografiche e stradali
La vetta, nel basso Lazio, è situata tra le provincie di Frosinone e Latina.
In provincia di Frosinone si deve raggiungere il paese di Vallecorsa.


In auto
Percorrendo la S.R.6 Casilina, all’altezza di Ceprano si raggiunge l’uscita del casello autostradale A1. Alla rotonda si prosegue per Castro dei Volsci. Attraversata la parte bassa del paese (Madonna del Piano), si segue l’indicazione per Amaseno-Vallecorsa. Ci si immette quindi sulla Strada Statale 637 per Gaeta che conduce dritta al paese di Vallecorsa. Uscendo da Frosinone, invece, si può subito prendere la Strada Statale 637 per Gaeta partendo dalla zona Stazione.
Arrivati a Vallecorsa (Ceprano-Vallecorsa km 22) si attraversa per intero il centro abitato. Usciti, in direzione Lenola, si svolta al bivio di destra, si percorrono poche centinaia di metri e si arriva nella sottostante valle. Quindi si attraversa un piccolo ponte che porta sull’altra sponda del Rio “Il Fossato”, si svolta a sinistra e si percorre tutta la strada asfaltata del fondovalle. Quando la via inizia a salire, dopo alcune curve, si arriva ad un tornante verso destra abbastanza ampio; qui, a sinistra, si parcheggia l’auto nello spazio sul prato.


Località di partenza
Valle Buana - comune di Vallecorsa

Altezze                                  tempi dalla partenza
m. 0610  partenza
m. 0774  Forcella Buana                h 0,30
m. 0876  Sella superiore/sbarra      h 0,55
m. 1041  Vetta                                h 1,20
m. 0610  discesa (giro ampio)        h 1,00

 

Percorso
Si continua a piedi: i primi duecento metri la via è ancora asfaltata, poi salendo presenta il fondo in cemento e infine diventa una carrozzabile brecciata.
Giunti sulla Forcella Buana ci si affaccia sul versante opposto: la Piana di Fondi con di fronte il mare. Sulla sommità della sella c’è il cippo n° 55, uno dei 700 posti nell’800 lungo il confine tra l’antico Stato Pontificio e il Regno di Napoli.


Volendo si può continuare per la strada che porta a valle, versante mare; ma per la vetta si prosegue sulla brecciata che sale e taglia in diagonale la montagna.


Dopo due ultimi tornantini si giunge ad una sella superiore (sulla strada vi è una sbarra); qui si lascia la strada e, voltando a sinistra, si sale in maniera decisa mirando dritti verso la vetta. E’ un fuoripista semplice considerando che la salita, anche se sassosa e con piccoli cespuglietti, non è ripida.



In vetta ancor di più si osserva l’ampio panorama sulla Piana di Fondi, le isole, il vicino Monte delle Fate e le retrostanti valli di Vallecorsa (Valle Buana) e di Amaseno. Anche sulla cima di MonteCalvo c'è un antico cippo di confine.


Al ritorno, per fare un percorso più lungo e comunque piacevole in ambienti anticamente colonizzati dall’uomo, dalla vetta, scendendo di pochi metri in direzione del Monte delle Fate si può riprendere la carrozzabile brecciata che con ampio giro riconduce alla sella superiore con sbarra (lo stesso luogo dove precedentemente era stata lasciata la strada).
Chi non vuole mai abbandonare la strada brecciata può fare tranquillamente quest’ultimo tratto appena descritto anche nel percorso di andata.

Note aggiuntive
Questa zona oggi praticamente fuori dalle più semplici vie di comunicazione ed apparentemente isolata, se attentamente osservata, dimostra come invece con le sue antiche strade montuose ricopriva un ruolo di crocevia tra zone apparentemente lontane ed invece vicine. Attraverso la Forcella Buana si scendeva rapidamente verso Fondi raggiungendo in pochissime ore il mare provenienti dall’immediato entroterra di Vallecorsa, Castro dei Volsci e Pofi; attraverso la sella superiore di Monte Calvo era facile svalicare per dirigersi verso la piana di Amaseno e la non lontana Prossedi. E così le numerose famiglie che popolavano queste alture non erano poi così isolate come a noi oggi potrebbe sembrare. D’altra parte è noto che gli antichi si spostavano volentieri percorrendo i sentieri sulle alture, sicuramente più sicuri delle strade delle pianure ed all’epoca anche più rapidi.